venerdì 8 settembre 2006

Lisbona, lunedì 4 settembre 2006 (ignorate l'altra data)

Sono arrivato coi bagagli ben rigonfi martedì 29 agosto direttamente da Alassio, per avere tutto il tempo necessario a completare le pratiche universitarie e la ricerca della casa, vera incognita del trasloco in un posto straniero. Ricerca, questa, quanto mai urgente ma al tempo stesso delicata, perché uno trova sempre difetti nelle stanze che gli affittacamere gli mostrano: per la zona, per la mancanza di ascensore, per il vecchiume, per gli inquilini. Il tutto complicato dal fatto che la mia facoltà si trova fuori Lisbona, a più di mezz'ora di autobus, ma io ho preferito cercare casa nella capitale piuttosto che abitare laggiù a Caparica, dove a parte qualche spiaggia e il campus c'è ben poco.

Un paio di settimane sarebbero bastate e avanzate, pensavo quando ho comprato il biglietto, e avrei anche avuto tempo per divertirmi e per preparare l'esame che vorrei recuperare a metà settembre a Roma.

Ebbene, ci ho messo molto meno del necessario: dopo tre giorni mi sono sistemato!

Questo è stato possibile -va detto- solo grazie alla gentilezza di Joana, conosciuta a Roma l'anno scorso in qualche festa erasmus, e del suo ragazzo Daniel. Non solo mi hanno ospitato le prime tre notti, portandomi con loro a nord e a sud del Tago, ma soprattutto hanno con pazienza fatto per me un sacco di telefonate a tizi più o meno raccomandabili che affittavano camere, essendo il mio portoghese ancora mediocre.

La casa che alla fine ho scelto non era neanche nelle liste di annunci che ho racimolato in giro, però una delle signore che ha pubblicato un annuncio ha detto per telefono a Gustavo (un altro amico lusitano conosciuto a Roma, che mi ha aiutato con le telefonate) che la casa dell'elenco era già occupata, tuttavia era disponibile quest'altra casa non in elenco, in zona Benfica, e potevo andare a vederla il giorno successivo. Insomma, una serie di coincidenze mi portano a vivere i primi sei mesi nella zona Laranjeiras, situata tra lo zoo e uno degli stadi di calcio, ad affittare una camera in nero da una speculatrice che in fondo in fondo è buona.

Stilo un breve elenco di ciò che ho visto o sentito durante i giorni caldi della ricerca, caldi in tutti i sensi perché abbiamo toccato i 38 °C:

- "ascolta, sono ancora in vacanza in Alentejo/Algarve, richiama la prossima settimana". (Ma allora che caspita metti a fare un'inserzione a pagamento sul settimanale Ocasião?)
- annunci molto allettanti di case per studenti, addirittura con la postilla "preferenza stranieri", e poi si scopre che ad affittare la stanza è una famigliola con creatura. (I bambini sono belli, ma male si sposano con l'idea di erasmus!)
- case per studenti che non sono affatto case, ma ex alberghi dismessi e gestiti da locali sore Lelle: lunghi corridoi con tante stanze tutte uguali e un angolo cottura in fondo. (Però per 300 euro fanno proprio tutto, anche stirarti i vestiti... peccato per la tristezza kafkiana di questi dormitori)
- un'altra famigliola con creatura, stavolta di immigrati cinesi o di Macao. "Il microonde lo puoi usare, ma il resto della cucina no". (No grazie)
- la signora Palmira, avanti con l'età, che vive insieme alla ancor più vetusta mamma. La camera era anche gradevole, peccato per l'indisponibilità della cucina e per la regola: "essendo questa una casa famiglia, niente fidanzate qui in stanza". (Avevo fiutato qualcosa di strano quando, entrando con Daniel nell'appartamento, ci siamo trovati di fronte alla scritta "La madonna di Fátima benedice questa casa e chi ci vive" appesa al muro)

Tra le cose belle che ho fatto sono andato nel paese di Sintra con Joana e Daniel. Conservavo un ricordo piuttosto vivo di quando ci andai con la scuola nel 2001 visitando il castello moresco, immerso tra alberi di specie esotiche (fatti piantare là da un re eccentrico); stavolta è stato diverso perché ho proprio alloggiato nel paese, e non in un posto qualsiasi ma in una villa dal nome sinistro: Parco dei Lupi. Effettivamente la casa, già di per sé enorme, ha un parco annesso con vari giardini separati, sentieri, discese, orti, piccole piscine. Il tutto condito da nebbia e clima britannico; di lupi però neanche l'ombra, c'era solo un vecchio cane lupo che obbediva a semplici ordini in cambio di biscottini. Gli altri inquilini della casa, in parte affittuari amici della famiglia di Joana, sono simpatici e strampalati, new age e salutisti, con tanto di esercizi ginnici serali in costume da bagno all'aperto in mezzo alla nebbia, cena a base di tofu, e una stanza profumata di incenso adibita al gong!

Nel parco di un'altra magione di Sintra che apparteneva alla massoneria, ho assistito a una rappresentazione rivisitata e dinamica di Amleto. Tra una scena e l'altra, dovevamo spostarci in uno scenario diverso, cosicché i personaggi potessero sbucare da fuori un cespuglio o correre in mezzo al pubblico; più classica era invece la seconda parte dello spettacolo, perché eravamo seduti e... avvolti in coperte, visto che all'aperto e verso mezzanotte faceva veramente freddo. Dopo lo spettacolo siamo stati con l'attore che faceva Orazio, vecchio amico dei miei due ospiti. I tre avevano un sacco di cose da dirsi: a quanto sembra non si vedevano da un anno, prima che Joana partisse per il suo erasmus romano. La cosa bella della loro conversazione è stata che, esauriti i convenevoli, essa è diventata un susseguirsi di "e ti ricordi quando...?" o "troppo forte quella volta in cui...!", etc. Percepivo insomma un'amicizia profonda, io osservatore esterno, e ho avuto per la prima volta un brivido di nostalgia per Roma. Tutto ciò evoca in me un professore di lettere che sillaba piano piano l'adagio: "eh, la bella età dell'oro".

Un'altra attività a cui mi sto dedicando è il buon mangiare. Chi mi verrà a trovare sarà in mani sapienti: per ora mi hanno fatto conoscere una piccola pasticceria poco battuta dai turisti a Sintra e un ristorante del Bairro Alto specializzato in carne cotta sulla pietra. Questo mi porta a parlare di Nicoletta, milanese ma lisboeta di adozione, amica preziosa e concausa della mia scelta di venire qui: in una notte buia del luglio 2005 mi aiutò a trovare la retta via in mezzo a Lisbona nord, a me che avevo solo uno zainone in spalla e una Lonely Planet in mano. E poi mi ha sempre presentato un sacco di gente prestige, sia a Porto l'anno scorso che qualche sera fa a Lisbona: dei suoi ospiti milanesi e un portoghese che si intende di fado e mandolini.

La padrona di casa è una signora bionda un po' pasticciona, parla ottimamente il francese ed è per l'appunto specializzata nell'affittare camere a erasmus di oltralpe. È pasticciona perché, diversi giorni dopo il nostro accordo, ancora non ha fatto montare lo scaldabagno a gas nella mia casa. Come consolazione mi fa stare temporaneamente in un altro suo appartamento in centro; all'inizio sono stato lì da solo, ma ora convivo con tre francesi. Ho temuto il peggio quando, la sera che sono andato a inebriarmi di carne e sangria con i milanesi, la padrona mi ha telefonato scusandosi perché sua figlia era da poco entrata in camera mia quando io non c'ero e aveva toccato qualcosa sul mio computer (lo avevo lasciato acceso e pericolante a captare alcuni dati interessanti del vicino di casa, con la speranza vana di ottenere una connessione temporanea a internet); per fortuna la menina di quattro anni si è limitata a rinominare un po' di icone sullo schermo e a lanciare tutti i programmi possibili, financo il software matematico-ingegneristico MATLAB.

Concludo segnalando che ho già fatto in tempo ad assistere a un concerto dei Da Weasel (affiancati dall'orchestra sinfonica), uno dei gruppi hip hop di spicco, con i quali ho deliziato alcuni di voi nei mesi scorsi.

Passo e chiudo. E non temete: non scriverò molto spesso né così tanto.

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1 Comments:

Blogger Giovanni Prestige said...

Grazie dei messaggi e statemi bene! Ho iniziato a scrivere il secondo post, quando ho finito lo metto qua sul blog.

11:16 AM  

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