martedì 19 settembre 2006

Torno nella mia nuova casa dopo due giorni e mezzo a Roma, passati essenzialmente a incontrare gente in mezzo alla pioggia, senza neanche presentarmi all'esame di Progettazione del Software 2 in quanto, nelle ultime due settimane, a tutto mi sono dedicato fuorché allo studio. In Italia ho trovato gli amici in splendida forma, ma anche dei segnali inequivocabili che in questa fase della mia vita è in Portogallo, che devo stare: ho un appuntamento con la Storia!

Venerdì è stata una giornata romana cominciata male e finita peggio: prima ho fatto arrabbiare la professoressa a cui vorrei chiedere la tesi, arrivando troppo tardi al suo ufficio, e nel pomeriggio mi sono anche beccato una multa sull'autobus, in una giornata di sciopero dell'ATAC; il biglietto l'avevo cercato uscendo ma il tabaccaio aveva la macchina guasta.

Ma facciamo un passo indietro. Dieci giorni fa la mia padrona ha concluso l'omerica impresa dell'installazione dell'esquentador; così, salutati i francesi legittimi abitanti della prima casa in cui avevo vissuto fino ad allora, ho preso possesso di quella nuova. Con me vivranno un ragazzo toscano (è vero, io avevo chiesto alla padrona di non mettermi insieme ad altri italiani per questioni di esercizio linguistico, comunque lui è simpatico) e due spagnole, di cui faremo la conoscenza più in là perché sono studentesse di qualcosa di umanistico e arriverano tardi, tardi.

La popolazione di questa casa studenti promette, dunque, bene. Il quartiere non è il massimo esteticamente né per uscire la sera: ci sono solo supermercati, molto cemento e ogni tanto qualche macchina che sfreccia sotto la mia finestra. Quello che è positivo è la vicinanza alla metro e anche il condominio in sé e per sé, piuttosto funzionale: abbiamo non uno ma ben due ascensori (oggetti non molto comuni a Lisbona) e il nostro appartamento è stato appena rimesso a nuovo, con tanto di vernice fresca e mobili Ikea. Non lontani da noi ci sono lo zoo e lo stadio del Benfica. Pittoresca la cucina: abbiamo una lavatrice italiana Philco più vecchia di me e un impianto di gas inquietante, ma alla fine sicuro.

Come ho anticipato via email, tre ore dopo aver messo piede nella nuova casa, il giorno 6 settembre, ho già avuto visite: direttamente dalla Costiera Amalfitana, con una fermata intermedia in Spagna, è atterrato a Lisbona Aldo Rock. Avendo Joana dei problemi pratici (lavora in un negozio di cioccolatini fino a sera tardi) l'ho ospitato io in una delle stanze delle future spagnole. Chi di voi mi visiterà avrà modo di leggere le avventure di Aldo prima e durante il soggiorno lisboeta, avventure che hanno inaugurato il mio libro degli ospiti, per la verità un semplice quaderno nero che sto tenendo per i visitatori, come alle mostre.

Dal 6 al 13 settembre sono uscito in continuazione con amiche e amici portoghesi, il mio coinquilino toscano Stefano, Aldo e qualche meteora della Sardegna e della Slovenia. Sono stato in molti posti che mi stanno dando una conoscenza sempre più profonda e quotidiana del Paese: la cittadina di Oeiras a ovest di Lisbona; Cascais con i suoi bei pavimenti, la spiaggia piccola ma bella e gli opulenti negozi; Bocca dell'Inferno in riva all'oceano; spiaggia del Guincho con la sabbia che ti vola in faccia per il vento forte, e i surfisti al settimo cielo; la scogliera di Cabo da Roca (diversamente dal 2001, stavolta era avvolto nella nebbia e nell'umidità); ancora una volta Sintra, con la comunità di Parco dei Lupi in circolo a fare una lezione di lettura dell'aura. Ultima ma non per importanza Almada, città dirimpettaia di Lisbona -le separa il larghissimo fiume Tago- da cui si può guardare la capitale con una curiosa colonna sonora: il sibilo delle automobili proveniente dal Ponte 25 Aprile, che è sospeso tipo quello di Brooklyn.

Ho assistito a un altro concerto: i Paatos, gruppo svedese di progressive rock che non conoscevo proprio fino a qualche ora prima di sentirli. Credo che faranno da spalla ai Porcupine Tree a Roma prossimamente.

Durante la madrugada (ore piccole), quaggiù, si può vagare per la città e trovare birre o crocchette di baccalà.

L'università è lontana ma si fa piacere: sistema informatico che gestisce tutto, dall'iscrizione ai singoli corsi al dialogo tra docenti e studenti, wireless ovunque, ottimo ufficio erasmus con una signora molto premurosa, professori giovani e lezioni con massimo quaranta persone. Un docente era così contento di avere un erasmus che mi ha promesso di tenere il corso in inglese invece che in portoghese, se voglio. Comunque mi sa che ci sarà da lavorare parecchio, con le varie tesine da fare a casa, oltre agli esami scritti finali.

In questi giorni sono alla fine dell'antipasto di erasmus, perché ancora tutto è un po' dormiente. Arriverà più gente, cominceranno le varie attività sociali, ma d'altra parte mi inizieranno anche tutti i e quattro i corsi (più quello di portoghese). Vedremo.

Ah, sembra che a capodanno mi troverò a Berlino.

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