martedì 18 settembre 2007

La mia reincarnazione vuole intervistare Paolo Berlusconi

English summary: sometimes you cannot affect your life, you can merely be a spectator to its coincidences.
Throughout my long Erasmus stay in Lisbon, I lived for a few months in the Laranjeiras neighbourhood in north Lisbon. After having moved to a nicer place, I met a French girl who was puking in Bairro Alto, I kind of helped her, then I discovered that she lived in my very house, the old one.
What is more, the boy who took my room, my reincarnation, has a dream that makes me shiver: he wants to interview Paolo Berlusconi (Silvio's dumb brother and less successful entrepeneur).


Ieri ho conosciuto la comunità studentesca portoghese 2007-08 a Roma, comunità portoghese che vive nella residenza portoghese, i cui appartamenti sono affittati dalla Chiesa portoghese di Roma che ha sede in via dei Portoghesi 2.

La sensazione di "già visto" che ho provato di fronte alla suddetta residenza portoghese, dove due anni fa ho conosciuto persone portoghesi poi diventate importanti per me e che tra pochi giorni riabbraccerò, mi ha fatto tornare in mente un episodio degno di nota, sempre legato alla continuità. Una buona occasione per rompere il silenzio su queste pagine.

Travessa das LaranjeirasC'era una volta Laranjeiras ("aranci"). Non la Travessa, amabile vicolo nel centro di Lisbona raffigurato qui accanto dove incredibile laggiù c'è una fontanella per bere, ma un quartiere parecchio più a nord.

Laranjeiras era e sono certo che ancora è proprio brutto: ci sono solo palazzi, uffici e rumore. Ma siccome nelle vicinanze ha sede l'Universidade Católica, c'è anche un certo mercato immobiliare fiorente. Si dice che la Católica sia semipubblica, il che non significa molto, comunque non è al 100% privata come la Cattolica italiana o come la Bocconi.

In ogni modo, nel vortice immobiliare di camere per studenti di Laranjeiras e Benfica, preso dalla fretta, una volta sono caduto anch'io. Appena ho aperto gli occhi -dopo ben quattro mesi- me ne sono scappato e, bel bello, me ne sono andato in una zona umana della città.

Sennonché, quando già ero umano nel senso che vivevo più o meno in centro, il mio fado mi ha fatto conoscere una tizia francese vomitante per strada.
("Per strada" è riferito sia alla conoscenza della ragazza che al vomito, che è qualcosa che esiste nella vita dell'uomo, quindi non vedo perché dovrei censurarlo. D'altronde blogs are the equivalent of public urination on the web, perciò fatemi scrivere ciò che più mi garba, ma per favore non ve ne andate.)

Quella notte mi trovavo con un nutrito gruppo di persone; però in un primo momento solo io, spinto da un impeto di altruismo, vado in soccorso della vomitante astante, che putacaso studiava alla Católica. Le chiedo dove abita e lei più o meno riesce a rispondere: Laranjeiras. Toh, dove si trovava la mia vecchia, anonima casa, penso.

Quando poi lei aggiunge che abita in Estrada da Luz, dimentico che bisogna far arrivare questa sventurata sana e salva sotto un tetto, dimentico tutto, voglio solo sapere questa cosa: se lei abita proprio nel mio vecchio appartamento oppure no.

Incalzo: "Ma a Laranjeiras dove? Per caso al 116 di Estrada da Luz, segundo esquerdo?". (Nella penisola iberica non si scrivono i nomi sui citofoni, ma solo numeri e indicazioni: 3º piano destro, 2º sinistro, piano terra e così via.)

Nessun segno di vita. Persevero.

La francese ha gli occhi ormai chiusi, il viso sbiancato. Al sentire la mia domanda ripetuta più volte, a un certo punto non ne può più e mi risponde: "sì, proprio lì".

Chiuso con soddisfazione l'episodio di quella notte, vengo poi a sapere chi altro vive nella mia ex casa: più precisamente chi ha la mia vecchia stanza, quella vicina al bagno ma non troppo.

E poi la scoperta: la scoperta dei fatti che accadono per conto loro, e puoi solo subire, non sempre comprendere.
Eccola: mi ha succeduto un certo Dario di Bologna, il cui desiderio è e qui concludo intervistare Paolo Berlusconi.

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