Attenzione: questo post contiene molte immagini! Coloro i quali possiedono una vetusta connessione 56k (leggi: Jessica) si armino di santa pazienza.
Un paio di volte alla settimana, mio malgrado, mi sveglio alle sette meno un quarto. Estrada da Luz è decisamente rumorosa, essendo prossima a una tangenziale, non lontana dall'aeroporto ed essendo sede di una loja do cidadão, che è in pratica il supermercato della burocrazia, con dentro tutti gli uffici comunali e di banche, poste, telefonia, acqua, luce, gas, zia e mi' nonna.
Le mie orecchie sono ormai insensibili al rombo dei motori: mi basta guardare dritto per dritto dal balcone per ammirare la campagna di Benfica. (Se guardassi in basso vedrei invece asfalto e semafori.) Respiro a pieni polmoni e accelero il risveglio, visto che come al solito ho dormito poco.
Tralasciamo le funzioni fisiologiche e facciamo un
fast forward alla colazione. Questa dev'essere ottima e abbondante! Così vuole Socrate (il filosofo, non il
primo ministro playboy): la giornata sarà lunga.
Il latte è rigorosamente intero ma -ahimè- a lunga conservazione perché l'unica persona della casa che condivide con me la passione per il nettare materno ha imposto, dall'alto dei suoi 160 centimetri asturiani, questa condizione.
Colgo l'occasione per ricordarvi che vivono con me due spagnole e uno spilungone
di Scandicci (FI). Eccoci ritratti in alcune pose tipicamente culinarie. Non poteva essere altrimenti visto che la cucina è l'unico vero crocicchio della casa, non avendo noi un salotto.
La convivenza non è sempre pacifica, però è migliorata assai rispetto ai primi tempi.
Ma è ora di affrontare il mondo esterno!
Causa ritardo cronico, percorro a passo di
maratoneta il tratto che separa casa dalla fermata della metro blu
Laranjeiras (aranceto) e, dopo un paio di minuti, mi ritrovo a
praça de Espanha, che come potete vedere qui sopra non è esattamente bella quanto la sua omonima romana.
La compagnia di autobus che mi porta a Caparica, sulla costa sud, si chiama banalmente Transportes Sul do Tejo (il Tago è il fiume di Lisbona, anzi la città si trova tutta a nord dell'enorme foce). Compagnia sgangherata, fonte di molti
foda-se (tipica imprecazione portoghese, letteralmente "si fotta!") perché alcune linee operano solo una corsa ogni 30 o 60 minuti, ed è una bella seccatura perdere il bus per un soffio... ma in fondo in fondo oramai questa azienda mi piace. La popolazione degli autobus TST è costituita da: pendolari che vivono nell'economico sud ma lavorano a Lisbona, immigrati, studenti e dulcis in fundo fichetti che si portano la tavola da surf in autobus.
Segue una descrizione dei corsi che sto seguendo.
Iniziamo da
Sociologia Industriale, una
boiata materia piuttosto facile e discorsiva, da 4 crediti, che i professori della Sapienza mi hanno permesso di fare per risarcirmi del CFU che perdo svolgendo tutti corsi informatici da 6 crediti che mi vengono riconosciuti come 5. Per chi non è pratico del nuovo ordinamento universitario: va tutto bene.
Il professore di sociologia è un fan di nuove tecnologie, Web 2.0, wiki e dir si voglia. Ci ha costretti a iscriverci a una specie di piattaforma online di facoltà, a mettere le nostre foto come avatar e a collaborare virtualmente per scrivere le tesine. Nessuno gli dà retta (anzi, sempre meno gente frequenta le lezioni) ma lui pazientemente ogni volta mostra le meraviglie del sistema
Moodle ed evidenzia come questi strumenti stiano cambiando il modo di fare didattica sotto i nostri occhi. Ogni tanto, durante le lezioni pratiche, vediamo documentari o film (meraviglioso
Tempi moderni) e devo dire che le spiegazioni del professore sono tutto sommato acute. A margine, egli è entusiasta di fare lezione a me, a un polacco e a due spagnoli, pertanto
il primo giorno di lezione ha deciso repentinamente di fare lezione in inglese invece che in portoghese (un ragazzo è rimasto spaesato dalla notizia ma il professore gli ha pazientemente fatto un pippone sull'importanza della mobilità nell'Unione Europea, sul villaggio globale e sulle grandi sfide del ventunesimo secolo. Riassunto del panegirico: devi imparare l'inglese con le buone o con le cattive.)
Tra una lezione e l'altra mi dileggio su internet nella moderna e minimalista biblioteca di facoltà.
Un'altra materia che faccio è
Sintesi delle Immagini. È idealmente il seguito del corso base di informatica grafica. Si svolge tutto in portoghese e la cosa bella è che siamo pochi (meno di 15); siccome io sono l'unico straniero il professore ogni tanto controlla che io stia capendo - pure troppo spesso, non posso distrarmi un attimo! Visto che la lezione dura 4 ore ed è tutta il venerdì pomeriggio, esco cotto a puntino. Per fortuna posso riposarmi diverse ore prima di uscire: qui gli appuntamenti per andare in giro si danno estremamente tardi: la notte è giovane.
Per dare un tocco di serietà al mio programma di studi all'estero, ho inserito nel piano il corso di Programmazione a Vincoli. Comincio a pentirmene perché la materia è tosta! Il primo esonero incombe tra pochi giorni, e io già non so molto bene il Prolog classico, figuriamoci la sua estensione coi vincoli.
Se non passerò questo esame dovrò fare un po' di conti con me stesso quando mi guardo allo specchio, visto che in teoria mi sto specializzando in intelligenza artificiale. Ah, il grasso e affabile professore ha gentilmente fatto uno switch verso l'inglese il primo giorno (e i compagni, tutti del quinto anno, non hanno battuto ciglio).
La materia che mi piace di meno, sia in sé e per sé sia per via del docente, è
Complementi di Ingegneria del Software. Il
professore è soprannominato faina in virtù delle orecchie e dei tratti somatici; ha origini brasiliane ma al contrario dei brasiliani normali parla in un modo incomprensibile, scandendo poco ogni suono per risparmiare i muscoli del corpo e mischiando le due varianti di portoghese in modo imprevedibile. Non si capisce niente, che peccàààt! Ero così interessato all'UML... no, in realtà il grande De Giacomo a Roma me lo riconosce come seminario, altrimenti mai e poi mai avrei studiato ciò.
Dulcis in fundo ecco un'istantanea del corso di lingua e cultura portoghese, che si svolge in piena Lisbona insieme a ragazzi di tutte le facoltà della Universidade Nova. La demografia della classe è suppergiù la seguente: Spagna 29%, Germania 25%, Italia 21%, Austria 8%; Ucraina, Polonia, Giappone e Colombia un cranio a testa.
Non perdetevi la prossima puntata (avvertimento inutile, visto che vi tempesterò di email), con mini-reportage dedicati alla cucina lusitana e alla vita notturna!
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