giovedì 14 giugno 2007

Le vocali del portoghese

English summary: a shibboleth is a linguistic password, or a sentence that is particularly hard to pronounce for foreigners. I wonder what the shibboleths of Portuguese are, which allows me to digress on the rich vowel system of this language. The "a fechado" is a hard one!

Uno shibbòlet (dall'omonimo sostantivo femminile ebraico) è una frase spia o rivelatrice, perché la sa pronunciare bene solo chi appartiene al gruppo regionale e linguistico che l'ha ideata.
Lo shibbolet è cioè una parola d'ordine dove non è segreta la parola di per sé, ma la sua pronuncia. Chi è straniero non riesce a dirla bene, o come minimo non gli viene naturale.

Tutti abbiamo esempi di shibbolet, più o meno consci.

Io magari mi accorgo di un settentrionale che cerca di parlare romanaccio pronunciando l'articolo er con la "e" aperta invece che chiusa. Un mio amico riconosce chi cerca di sembrare toscano aspirando tutte le "c" indistintamente, mentre invece si aspirano solo quelle intervocaliche o che precedono "r" + vocale. E così via, tanti shibbolet tra lingue o dialetti, con un sacco di combinazioni possibili.

Ma c'è di più: una lunga lista di episodi di guerra legati a questi shibbolet. Per esempio:
  • nel 1923 un violento terremoto colpì la regione di Tokyo. Alla distruzione seguirono saccheggi ed epidemie, e si diffuse la voce che la colpa delle disgrazie fosse dei perfidi coreani; fu istituita la legge marziale e venne chiesto a tutti di dire ad alta voce jū-go-en, go-jis-sen (15 yen, 50 "sacchi"). I giapponesi pronunciavano le sillabe col suono g rispettivamente /g/ (di gatto) quando iniziale e /ŋ/ (di "anche", o dell'inglese sing) quando mediano; nessun coreano sapeva produrre questi suoni, e così furono tutti accusati di avvelenare i pozzi e trucidati senza convenevoli.
  • Durante l'operazione Chariot della seconda guerra mondiale, i britannici usavano le frasi "War Weapons Week" e "Welmouth" come segnali. Circa 300 soldati tedeschi sono morti perché non sapevano pronunciare il suono consonantico /w/, quello di "uovo".
Cosa c'entra tutto questo col mio soggiorno a Lisbona? Semplicemente, un bel giorno di pioggia mi sono chiesto cosa pensano gli autoctoni di noi stranieri quando apriamo bocca, per fortuna senza fucilarci seduta stante. Quali sono le frasi che fanno scattare nel loro cervello il campanello di allarme che dice "questo è francese al 100%!" oppure "che fico questo accento spagnolo"? Quali gli shibbolet?

La lingua portoghese è formata da circa 50 suoni o, per dirla più difficile, l'inventario fonematico del portoghese europeo consta di circa 50 fonemi.
Lo spagnolo e l'italiano ne hanno 30 scarsi a testa!

Ma dove risiede tutta questa difficoltà del portoghese per noi italiani? È presto detto: nelle vocali. Infatti le consonanti non danno problemi, con l'eccezione della erre gutturale alla tedesca che si usa in alcuni casi.

Tanto per cominciare, il portoghese europeo ha 9 suoni vocalici: 7 sono facili, uno così così e un altro ritratto qui accanto nella sua fredda ma inattacabile, degna identità foneticaè un gran bastardo.

I 7 facili sono uguali all'italiano, contando le due aperture possibili di "e" e "o". Il suono un po' difficile è lo scevà: una vocale neutra o muta, come nel francese je.

Ma la vera bestia nera è la "a chiusa". Non so come spiegarla: è un po' come la /æ/ dell'inglese cat, però va pronunciata più in gola. Dopo nove mesi passati a Lisbona ancora non mi va di farla bene o di farla sempre.

Intendiamoci: non è grave se non si fa la "a chiusa" alla perfezione: ti capiscono lo stesso. Però suona strano a un portoghese, come a noi l'italiano alla Stanlio e Ollio di un turista
. Sono shibbolet, sono sfumature.

La seconda difficoltà dei suoni vocalici portoghesi sta nel nariz (naso). Il naso, oh, qua piace un sacco, infatti ci hanno 5 vocali nasali semplici tra cui la "a chiusa nasale", simile alla bestia nera ma diversa, 4 dittonghi nasali (bem, muito, são, Camões) e 2 dittonghi nasali doppi (têm, põem).

Aggiungo due trucchi per chi si volesse cimentare in questa lingua, che poi non è così difficile come la faccio sembrare spaccando il capello:
  1. ão = am. Sono lo stesso suono! E quella "m" non si pronuncia: indica solo la nasalizzazione. Per assurdo, quindi, falam si potrebbe anche scrivere fálão e non sarebbe cambiato niente.
  2. ãe = em. Idem come sopra. Potremmo scrivere mem invece di mãe.

Concludo questo post insolito indovinate come? Con uno shibbolet: Matacães ("ammazza-cani").
È un paesino di mille anime a nord di Lisbona. Il suo nome racchiude in tre sillabe le difficoltà di questa lingua, con le sue "a chiuse" nasali e non, e quel suono SH alla fine, così prepotentemente portoghese, che i fratelli spagnoli, ad appena 200 km di distanza, non sanno e non sapranno mai pronunciare.

Etichette: , , , ,